Video Strytelling
Il terzo corso che ci è stato detto di seguire è intitolato "Video Storytelling" ed è stato tenuto dalla designer esperta di digital storytelling Miriam Ronchi. In questo corso, diviso in 15 capitoli, abbiamo imparato come creare un video-racconto.
Per prima cosa la dottoressa Ronchi ci ha spiegato cosa vuol dire storytelling cioè l'arte di saper raccontare e di comunicare attraverso le storie. Abbiamo differenziato i concetti di: storia, una cronologia di fatti o eventi con una logica e tempi specifici; e il racconto cioè fiction, imprese che riguardano l'immaginazione e provocano emozioni. Un racconto deve avere due fasi, la prima che provoca tensione e la seconda che porta ad una decisione e perciò una scelta. Il racconto deve avere uno schema narrativo composto da: situazione, problema, soluzione e morale; in questa slide ci ha anche dato sei domande da porci per imparare ad analizzare i racconti che ci circondano, cioè Chi ha fatto cosa?, Perché?, Che ostacoli ha superato?, Che sofferenze ha vissuto?, Quali risultati ha raggiunto? e Che messaggio lascia questo racconto?. Poi ci ha fatto fare un piccolo esercizio. Alla fine di questo primo capitolo ci ha dato il consiglio di immedesimarci nei racconti che leggiamo, vediamo o ascoltiamo così da creare un ponte virtuale tra noi e l'autore delle storie. Nella seconda slide ci ha elencato i principali ambiti in cui opera lo storytelling: parlare in pubblico, a scuola, per la terapia, nel team building, nell'intrattenimento e nel marketing. Nel terzo capitolo abbiamo trattato della narrability che determina se un racconto è abbastanza accattivante per essere raccontato, è perciò un pensiero emozionale che bisogna sviluppare sulla base delle nostre esperienze. Per costruire un racconto emozionale efficace bisogna trasmettere una specifica visione del mondo, deve contenere tensioni sociali rilevanti, proporre cambiamenti coerenti al pubblico, deve diffondersi con ritmo nei canali che abbiamo scelto e deve possedere una coerenza intriseca che porterà al cambiamento. Un altro punto fondamentale è riuscire a stabilire una connessione profonda con il nostro pubblico utilizzando strumenti di comunicazione, giornali e social, e immedesimandoci in essi cercando di capire i loro interessi. Dopo di che ci ha fatto un esempio di società che ha utilizzato una progettazione di narrazione mirata: Airbnb. Poi la dottoressa Ronchi ha parlato di vicarianza cioè il fenomeno che avviene nel nostro cervello quando leggendo un libro, guadando un film oppure ascoltando una storia, il nostro cervello fa si che ci immedesimiamo in quella storia e ricrea le stesse condizioni percettive ed emotive che la vicenda narra. Alla fine del modulo ci è stato proposto un esercizio sullo strorytelling. Nella quarta slide abbiamo esaminato i componenti per creare un racconto. Prima di tutto occorre una strategia per avere un ordine che permetterà di dare coerenza alla storia, l'ordine è composto da cinque step: l'obbiettivo della narrazione, le emozioni che voglio risvegliare, la trama del racconto, lo storyboard e la tipologia di show che voglio ( un corto, un film, un breve video, una pubblicità ecc). Per la strategia è utile porci sei domande: quale è il punto di vista, quale problema si deve risolvere, quale soluzione si trova, riusciamo ad immedesimarci nei problemi, qual'è la morale e riesco a coinvolgere il pubblico. Successivamente abbiamo parlato delle componenti costanti cioè lo storyarchitect, la story, lo storyteller, lo storylistener, il set e lo show. Un altro argomento affrontato è l'architettura del racconto composta da quattro profili di racconto: sorpresa, tragedia, ad altalena e di compimento. Fondamentale è porci quattro domande: quale stato d'animo voglio comunicare, voglio incendiare gli animi o placarli, rassicurare o spaventare, gioire o penare, questo per stabilire le emozioni che voglio far provare. Per faci capire meglio le emozioni ha parlato anche della "Ruota Emotiva" di Robert Plutchik. Capendo a pieno le emozioni possiamo creare un sistema di conflitto composto da il trauma, la sfida, gli avversari e l'impresa difficile da compiere. Poi si è trattato della terminologia: protagonista, impresa, conflitto, trauma, avversari, tesori, aiutanti, oggetti di potere e ambientazione. In particolare abbiamo parlato degli archetipi del racconto, modelli psicologici che svolgono azioni e hanno interazioni specifiche, alcuni esempi sono: il condottiero, lo scienziato, il mago, l'avventuriero, l'artista, il ribelle, il buon genitore, il guaritore e il personaggio misterioso. Alla fine del capitolo ha fatto alcuni esempi di aziende che hanno avuto successo come la Lego e l'Ikea. Il canvas, di cui abbiamo trattato nel quinto capitolo, è uno schema da seguire per progettare la nostra storia. Il canvas è uno schema dove si scrivono vari dati come il nome del progetto, la data e il creatore; è diviso in tre parti nella prima bisogna inserire il pubblico, l'autore, il perché, le emozioni e i messaggi, con i tempi. Nella seconda parte ci sono i temi, gli archetipi, le tensioni, il linguaggio, il tono di voce e la morale, sempre con i tempi. Nella terza parte ci sono gli strumenti e le riprese anche qui con i tempi. Poi ci ha fatto un esempio di canvas e ci ha fornito un template da poter utilizzare.Nel sesto capitolo abbiamo affrontato lo storyboard che serve per visualizzare in anteprima le scene da girare così da poter analizzare le inquadrature, i dialoghi, le luci, il set, ecc in modo da velocizzare e migliorare le fasi di ripresa. Ci ha fatto vedere anche in questo caso un esempio di storyboard e ci ha fornito un template da poter utilizzare. Successivamente Miriam ci ha fatto vedere diverse modalità per poter creare il nostro storyboard, si possono creare disegni manualmente con carta e matite o con diverse tipologie di tavolette grafiche, per esempio: ISKN - Repaper, Wacom Intous e la Wacom Cintiq; per tutte e tre ha inserito dei video che spiegano come usarle correttamente. Nel settimo modulo invece abbiamo analizzato quattro video storytelling fatti molto bene. Il primo era un video emozionale per capire in generale che cos'è lo storytelling, il secondo era una pubblicità Thailandese che mirava a coinvolgere il pubblico e spingerlo a migliorarsi, il terzo era la pubblicità dell'Adidas mentre il quarto trattava del tema COVID. La strumentazione ci è stata spiegata nell'ottavo capitolo dove abbiamo analizzato sei macrocategorie di macchine fotografiche per poter realizzare il nostro video: lo smartphone, la compatta di base, compatta avanzata, bridge/superzoom, la CSC per finire la DSLR. Per tutte queste camere c'erano elencati i pro e i contro e per quali riprese sono più adatte. Poi abbiamo parlato del supporto per queste sei tipologie di macchine, cioè il treppiede e delle sue componenti: testa, leva di inclinazione, colonna centrale, rilascio/blocco dello snodo, blocco colonna centrale, gamba, blocco di estensione e i piedi. Dopo il treppiedi abbiamo trattato gli obbiettivi i quali si dividono principalmente in tre categorie: l'obbiettivo standard, l'obbiettivo fisso, l'obbiettivo grandangolare, il macro obbiettivo e il teleobiettivo; anche qui abbiamo esaminato i pro e i contro e per cosa sono più adeguati. Altri supporti che si possono utilizzare sulle macchine fotografiche sono i flash che possono essere: flash classici, flash anulari e flash doppio tutti e tre sono da usare a seconda della situazione. Poi ci sono i riflettori e diffusori interni e i riflettori e diffusori montati sul flash, sono dei teli che servono per attenuare o intensificare le ombre. Successivamente abbiamo trattato di microfoni, ce ne sono di tre tipologie: gli shotgun che si montano sulla telecamera, i wireless che si posizionano dove vogliamo e i lavalier che essendo molto piccoli sono ideali per le interviste. Poi ci è stato mostrato il modo corretto per impugnare la macchina: la presa comoda che consiste nel prendere con entrambe le mani sia la telecamera sia l'obbiettivo, tenere i gomiti vicino al corpo, premere il pulsante di scatto con delicatezza e scattare dopo aver espirato; e gli errori da non fare cioè tenere la camera con una mano sola, tenere i gomiti lontani dal corpo e non sostenere o afferrare l'obbiettivo. L'argomento successivo trattava della modalità manuale, dove dobbiamo impostare tutti i settaggi manualmente, della modalità automaitica dove è la macchina ad impostarsi da sola e della modalità movie che permette di riprendere ad alta qualità e avere così filmati in HD. In fine si è parlato del tipo di salvataggio che può essere JPG o RAW, con le loro diverse caratteristiche, e dei componenti generali della macchina fotografica. Nel nono capitolo abbiamo approfondito la strumentazione relativa agli smartphone. Gli obbiettivi che sono posizionati sulla camera del nostro telefono tramite delle clip e che sono di quattro tipologie: macro, grandangolare, fisheyes e teleobbiettivo. Le luci per i cellulari sono regolabili tramite luci ad anello che sono delle luci esterne di diverse gradazioni di intensità. Anche qui c'è il treppiede che che può essere fisso oppure mobile come il bastone per i selfie. Poi abbiamo affrontato un focus sullo smartphone che spiegava come utilizzare al meglio i nostri telefoni: assicurarsi che la camera sia ben pulita, usare la luce giusta, creare un set per avere la giusta composizione, evitare lo zoom digitale, usare il treppiedi, impostare la massima risoluzione, usare lo scatto automatico, raccogliere molto materiale perciò scattare più foto possibili, impostare modalità aereo o disattivare le notifiche e ritoccare foto/video in post-produzione. In seguito, nel decimo modulo, abbiamo trattato delle diverse inquadrature e composizioni fotografiche prendendo come esempio alcuni scatti del famoso fotografo statunitense Steve Mccurry. La prima regola per creare composizioni fotografiche e anche la più usata è la regola dei terzi, poi ci sono le linee guida, le diagonali, le cornici, la regola del contrasto tra soggetto e sfondo, la sesta modalità è chiamata riempire il fotogramma, la settima è quella dell'occhio dominante, degli elementi ripetuti ed infine la regola delle simmetrie. A fine capitolo era possibile guardare un video con degli approfondimenti su tutte le inquadrature. Nell'undicesimo capitolo abbiamo guardato dei video per poter capire cosa possiamo ottenere utilizzando al meglio gli strumenti di cui disponiamo. Il primo è stato il video musicale della canzone "Stupid Love" di Lady Gaga che è stato interamente girato con telefoni e droni, nel secondo esempio abbiamo guardato il dietro le quindi del video musicale di Lady Gaga, il terzo video mostrava lo studio che c'è dietro le inquadrature di un video analizzando i movimenti e il dietro le quinte, nell'ultimo ci è stato mostrato come fare delle riprese aeree con un drone. Gli argomenti trattati nel capitolo dodici sono state due tecniche di animazione, il Time Lapse e lo Stop Motion. Il Time Lapse è un ibrido tra animazione, fermo immagine e videografia con questo metodo il tempo viene "compresso" e perciò le azioni sembrano velocizzate, per farci capire meglio ci è stato mostrato un video di un seme che germoglia dove settimane di crescita sono state compresse in qualche minuto. Ci sono state fornite inoltre dei consigli per realizzare un Time Lapse ottimale, scegliere un inquadratura e mantenerla, usare il cavalletto, verificare che la fotocamera sia in linea con l'orizzonte, scegliere il formato di scatto, mettere ben a fuoco, impostare la modalità di scatto, decidere quante foto scattare, dopo aver avviato non toccare nulla e infine si possono trovare dei software online che facilitano tutte le fasi di produzione e montaggio. Lo Stop Motion invece consiste nel muovere progressivamente oggetti inanimati cambiandone la posa e scattando una foto ad ogni cambio di posizione, mettendo poi in sequenza tutte le foto si otterrà l'illusione del movimento. Anche qui ci sono stati forniti dei consigli come: scegliere l'inquadratura idonea, scegliere il soggetto, svuotare la memory card, caricare la batteria, verificare le luci non varino, verificare se ci occorre un piccolo set, utilizzare un cavalletto, fare il primo scatto e dopo ogni cambio di movimento fai i successivi, montare il video in sequenza e inserire una colonna sonora o una voce narrante. A fine capitolo ci sono stati forniti due esempi di Stop Motion, uno della Lego e l'altro sul karate. Il modulo tredici era dedicato a dei consigli per creare al meglio le nostre riprese video. I primi consigli riguardavano l'analisi del set dove è necessario cercare il punto di ripresa ottimale, togliere il superfluo, scegliere l'inquadratura idonea al video, seguire la direzione dello sguardo nel movimento scelto e comporre il set e controllare che tutto ciò che è inserito sia idoneo. Poi siamo passati sui consigli per la macchina fotografica: mettere a fuoco il soggetto quando è fermo, provare i movimenti prima di inizare le riprese, evitare riprese troppo lunghe, evitare zoom troppo bruschi, provare ad unire lo zoom con lo spostamento e girare molto materiale e riguardarlo sul PC prima di terminare le riprese. Altri consigli riguardavano le inquadrature dove si deve scegliere le inquadrature idonee al racconto, evitare panoramiche lunghe preferendo spostamenti veloci e sicuri, nel caso dei gruppi iniziare con una ripresa totale e spostarsi per cambiare inquadratura e non tenere il soggetto troppo vicino al bordo dell'inquadratura. Per concludere ha dato consigli generali cioè: utilizzare il cavalletto, per le panoramiche e riprese fisse, avere la mano ferma meglio rifare la ripresa, verificare il settaggio, verificare che il microfono sia acceso e il jack inserito, muoversi lentamente e in modo controllato, non abusare degli effetti digitali nella fase di montaggio e verificare di avere la liberatoria nel caso di minori e sulla pubblicazione del video. Nel quattordicesimo capitolo ci è stato spiegato, attraverso degli step, come utilizzare il software openshot per il montaggio video. Primo step fondamentale è impostare la qualità del video, secondo step è salvare il video con il tasto "salva progetto" nella cartella che abbiamo creato in precedenza, nel terzo step si importano i nostri video su openshot, dopo aver importato i video nel box di sinistra si trascinano sulla timeline, quinto step inserire la colonna sonora nel livello sottostante alle immagini nella timeline la colonna sonora si può scaricare dal sito Mixkit oppure da Free Music Archive, nella penultima fase è possibile visualizzare l'anteprima cliccando "play" infatti si può vedere il nostro video scorrere nel box di destra, l'ultimo step è l'esportazione del file video in MP4. Successivamente ci ha mostrato come creare un video con immagini, colonna sonora e con delle semplici transizioni ed effetti. Nell'ultima spiegazione abbiamo visto come creare un video con delle clip, sempre con colonna sonora e effetti di transizione. Nel quindicesimo ed ultimo modulo abbiamo visto un focus conclusivo sul digital storytelling con elencate tutti i passaggi da tenere a mente per creare il nostro video: avere chiaro l'obbiettivo del nostro racconto, cosa si vuole raccontare, canvas, definizione target, stesura della trama, definire i valori e le emozioni da trasmettere, stabilire il budget, definire la strategia di divulgazione del video, architettura del racconto, trama/sceneggiatura, storyboard, riprese video con attenzione alle inquadrature, avere molto materiale, analisi delle riprese al computer, montaggio video con inserite grafiche, titoli e colonna sonora ed infine visualizzazione in anteprima del video finale. Alla fine dei 15 moduli ci ha indicato altri corsi che possiamo seguire se interessati al digital storytelling.
Ho trovato questo corso interessante sotto certi aspetti, specialmente nelle prime fasi come sapere quai sono gli elementi di un racconto, cos'è la vicarianza oppure il canvas, mentre l'ho trovato un po' più "noioso" sotto latri ma semplicemente perché erano argomenti che avevamo già trattato varie volte come per lo storyboard oppure come montare un video. Nonostante svariate cose le avessimo già fatte ho apprezzato molto i vari esercizi interattivi che ci sono stati proposti e mi è piaciuto molto anche il modo di spiegare di Miriam la quale, cambiato spesso tono, enfatizzando le parti più importanti e inserendo video, è riuscita a farmi capire molto bene tutti gli argomenti nuovi e farmi ripassare quelli già affrontati.
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