Premessa
Con la scuola il giorno 23/01/2021 ho partecipato ad un seminario, organizzato da diversi enti tra cui l'Università IUSVE, sulla realizzazione di un cortometraggio. L'IUSVE cioè l'Istituto Universitario Salesiano di Venezia promosso e gestito dai Salesiani di don Bosco, ha organizzato questo seminario sulla piattaforma Zoom, con una breve premessa in una live su YouTube dell'organizzazione Emergency, un'associazione che promuove la pace e offre cure alle vittime delle guerre. A questi seminari potevano partecipare tutte le scuole superiori d'Italia (che hanno materie inerenti ai seminari).
Per accedere, sia alla live su YouTube che su Zoom, abbiamo utilizzato dei link che ci sono stati forniti dai professori giorni prima.
Tutte le persone coinvolte: chi ha realizzato il cortometraggio, esperti, professori e collaboratori di Emergency, hanno partecipato ai seminari dalle proprie case, dai loro uffici o dalle sedi di Emergency, per poter rispettare le norme COVID. Le persone coinvolte o erano da sole nella stanza oppure, se insieme ad altri, rispettavano il distanziamento sociale e indossavano la mascherina. Noi studenti abbiamo partecipato in "DAD" da casa.
Chi ha organizzato l'evento
L'evento è stato organizzato da diversi enti ed istituti: l'Università IUSVE, sopracitata, con sede a Mestre e Verona, l'associazione Emergency, l'associazione ISMU che studia i fenomeni di migrazione e promuove corsi di formazione sulla società multietnica, e la casa editrice italiana Tunué.
Gli insegnati hanno iscritto me e la classe a questo corso per partecipare ad una attività di Educazione civica, hanno scelto nello specifico il seminario "Navigare i Sogni" perché in quarta ci concentriamo sullo studio del video e il seminario spiega come si è realizzato un cortometraggio.
L'evento è stato diviso in due: una sessione plenaria, dove abbiamo ascoltato l'ente Emergency e il seminario "Navigare i Sogni" sulla realizzazione di un cortometraggio.
La sessione plenaria
In questa prima fase durata poco più di mezz'ora è avvenuta la presentazione della manifestazione da parte del gruppo Emergency. La manifestazione mirava, oltre che a spiegarci di che cosa si occupa Emergency, alla sensibilizzazione sul tema della guerra e l'immigrazione. Per farlo hanno letto e raccontato le esperienze di persone che hanno vissuto la guerra sulla loro pelle e anche degli operatori di Emergency, impegnati in uno dei sette paesi in cui opera l'associazione, dove ancora oggi moltissimi civili, soprattuto bambini, muoio a causa della guerra. I relatori principali dell'evento sono stati:
Laura Silvia Battaglia, una giornalista e documentarista la quale lavora come reporter in zone di crisi in Medio Oriente, come in Iraq e Yemen, dal 2007. Ci ha raccontato un evento molto triste avvenuto in un paese Africano, arrivata in un uno dei centri di assistenza i dottori le hanno mostrato un bambino molto molto piccolo e magro, in realtà quel bambino aveva tre anni, era sottosviluppato a causa della forte malnutrizione. Mentre stava filmando il bambino ha avuto un attacco cardiaco, i medici hanno fatto tutto il possibile per salvarlo ma quel bambino è morto di fame a causa della guerra. Ha raccontato che in quel momento si è vergognata di fare quel lavoro, si è vergognata di filmare un bambino che moriva di fame, ma essendo una reporter è ciò che doveva fare.
Rossella Miccio, diventata la nuova presidente di Emergency, ci ha spiegato come questa associazione indipendente e neutrale dal 1994 offre cure medico-chirurgiche gratuite alle persone che abitano in zone di guerra e di come si impegni a promuovere la pace e la solidarietà.
Emanuele Di Giorgi, l'amministratore delegato della casa editrice Tunué specializzata in graphic novel per lettori junior e adult. Ha presentato "I colori di una nuova vita" la graphic novel scritta da ragazzi per i ragazzi, è il risultato di un Contest che Emergency e Tunué hanno lanciato nel 2019. Lo scopo di questo concorso era di stimolare gli studenti a confrontarsi con il tema dell'immigrazione.
Il workshop
L'ente promotore del concorso per il cortometraggio era Emergency che indice il bando già da due anni, il concorso di quest'anno aveva il compito di far rifletter le persone, soprattutto i giovani, sul tema dell'integrazione e della pace attraverso un cortometraggio.
Il concorso è stato vinto da Roberta Palmieri con la sceneggiatura chiamata "Capitan Didier". La storia racconta di un padre e figlio che arrivano in Italia dall'Eritrea, il padre lavora come fattorino delle pizze e ogni volta che arriva a casa con la pizza il figlio Didier prende il cartone e lo utilizza per costruire una barca, lo fa perché è convinto di poter andare a salvare la madre la quale probabilmente non è sopravvissuta al viaggio verso l'Italia. Roberta ha raccontato di aver impiegato diverso tempo per riuscire a scrivere la sceneggiatura perché ha dovuto fare diverse prove, ha riscritto la sceneggiatura più volte per riuscire a rendere la storia profonda, per trovare le parole che descrivessero al meglio gli ambienti e i suoni, le emozioni dei personaggi e per dare un ritmo abbastanza veloce al film tenendo conto che si trattava di un cortometraggio.
Dopo che Emergency ha proclamato "Capitan Didier" vincitore del concorso ha scelto come regista Margherita Ferri la quale dopo aver letto la sceneggiatura si è confrontata con Roberta per capire quale fosse il nucleo principale della storia così da riuscire ad esaltarlo il più possibile. Il tema principale era la convinzione che aveva Didier ti poter costruire una barca con i cartoni delle pizze per poter salvare la madre, inoltre hanno tagliato anche alcune parti superflue e accorciato altre, per esempio la consegna delle pizze da parte del padre di Didier, dato che trattandosi di un cortometraggio avevano un limite di tempo. Una volta confrontate e trovato gli attori Margherita e i suoi collaboratori sono passati alla fase di ripresa. In questa fase, durata più o meno due giorni, hanno detto di aver trovato qualche difficoltà: una delle scene infatti prevedeva l'allagamento di un capannone di notte a causa di un temporale, perciò si sono dovuti munire di un autobotte che simulasse la pioggia e costruire una struttura per contenere l'acqua in modo tale che il capanno si allagasse completamente. Il problema maggiore è stato che la notte delle ripresa pioveva davvero e dovettero registrare la scena sotto la pioggia, sia vera che finta, senza dimenticare che un degli attori era un bambino abbastanza piccolo.
Per produttore esecutivo hanno scelto Leonardo Godano il quale si è occupato della risoluzione di tutti i problemi riguardanti il budget e la tempistica dato che trattandosi di un cortometraggio erano entrambi abbastanza ristretti. Per risolvere questo problemi Leonardo si è confrontato con tutto lo staff specialmente la regista e la sceneggiatrice in modo tale da scegliere le scene più importanti e scartare o accorciare le scene troppo lunghe perché come ha detto lui " Si deve adattare la sceneggiatura alla realtà".
Conclusioni
Di questo seminario mi è interessata molto la parte in cui la sceneggiatrice, la regista e il produttore hanno parlato di tutte le fasi per poter realizzare il cortometraggio, di come hanno collaborato tra di loro, dei vari problemi che hanno avuto e di come li hanno superati e dei tagli di alcune parti della sceneggiatura che sono stati costretti a fare per poter realizzare al meglio il film. Un altro aneddoto che mi è rimasto impresso è stato quello raccontato nella sessione planetaria da Laura Silvia Battaglia di come si sia vergognata di dover filmare un bambino che stava morendo ma di come è stata "costretta" perché quello era il suo lavoro. Durante il seminario sulla realizzazione del cortometraggi ho preso appunti e successivamente mi sono andata ad informare meglio sugli enti promotori del seminario, sono andata a cercare di cosa si occupano. L'evento mi ha insegnato che ci sono molte persone che cercano di aiutare chi vive in paesi in difficoltà e non solo finanziariamente ma di persona, andando in quei paesi e offrendo aiuti medici. Mi sono accorta di come la guerra sia ancora una realtà in molti paesi e che gran parte delle persone che emigrano in Italia o in altri paesi non lo fanno, come pensano molte persone, semplicemente perché credono che in quei paesi si stia meglio ma perché sono costrette dalla guerra e dalla fame.
Siti da cui ho preso alcune informazioni
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